lunedì 1 dicembre 2014

Scivolando a destra. Roma-Inter 4-2


Se la tua linea di centrocampo è composta da M'Vila, Medel, Kuzmanovic e Guarin, non penso possa avanzare alcuna pretesa affrontando la Roma, nettamente superiore per qualità tecnica e atletica. Anche se credo che un po' tutti pensassero a una scoppola ben più sonora: invece l'Inter, con tutti i suoi limiti di cui avremo modo di parlare, è rimasta in partita per più di un'ora, anche se di fatto è stata la punizione di Pjanic a metterci KO. Vi confesso che dopo il pareggio di Osvaldo ho pensato per un attimo: "Sta a vedere che la vinciamo!". Ma dopo un attimo, appunto, questa sensazione è svanita. Il tempo di regalare il terzo goal ai giallorossi per rendere nulli i due segnati (ad dir poco miracolosi, se pensiamo che loro non avevano mai subito una rete in casa).
Ovviamente non era questa la partita su cui basare la nostra risalita, ma averla persa ci porta in una posizione di classifica devastante: undicesimi, appena agganciati dal Palermo e superati dal Sassuolo. Abbiamo esattamente la metà dei punti della Juve che ieri, tra rigore e un culo infinito, ha piegato il povero Torino (solidarietà ai granata). E' vero, è un campionato in cui ci sono tante squadre in pochi punti, basterebbe vincere due o tre volte di fila per ritrovarsi in zona Europa. Ma è anche vero che per farlo l'Inter dovrà tirare fuori una qualità che si è vista ancora poco: se l'esordio di Mancini era segnato da due gare difficilissime come il Derby e quella di ieri, da qui a Natale (e potremmo inglobarci anche Gennaio) il calendario non è clemente con noi. Le uniche sfide con squadre che si possono ritenere scarse sono con Chievo e Empoli, mentre dobbiamo ancora affrontare Udinese, Lazio, Genoa e Juventus. Questo perché quando sedeva ancora Mazzari sulla nostra panchina, abbiamo buttato via punti contro squadre di livello bassissimo, e ora ci ritroviamo nella parte destra della classifica, sensazione che di solito provi solo alla prima giornata, se non vinci.


Tornando al posticipo di ieri sera, mi sembrano lampanti alcune considerazioni. La prima è che il lavoro di Mancini si vede eccome: linea difensiva alta, un gioco più verticale e meno vincolato agli esterni, la voglia di provare a fare un minimo di gioco anche contro la seconda in classifica . Il problema, al momento, è negli interpreti. Come ho già scritto nell'incipit del pezzo, il nostro centrocampo è troppo scarso per competere in Serie A. Dei quattro giocatori elencati, se ne può tollerare uno, massimo due, altrimenti il livello qualitativo e dinamico scende in picchiata. Per indole, i centrocampisti che prediligo sono il Kuz, verso il quale la squadra sembra ormai avere una sorta di dipendenza, e Medel. Sono due giocatori "onesti". Conosci le loro (poche) qualità e raramente li vedi tentare giocate che vanno oltre i loro mezzi. Gli altri due, se fossi io l'allenatore, non vedrebbero mai il campo. Su Guarin ho speso forse fin troppe parole nei mesi scorsi. E' semplicemente un giocatore scarso, che non sa fare niente. Anzi, come nel caso della gara con il Dnipro, le sue giocate spesso sono deleterie. Probabilmente Mancini si sta già rendendo conto che resuscitarlo è un'impresa impossibile, mi auguro che lo capisca in fretta, perché è come giocare con un uomo in meno. Di M'Vila cosa dire? Oltre che è macchinoso e lento come un pachiderma, mi viene da pensare che sia stato messo in campo per occupare uno spazio, giacché il suo apporto è stato quasi nullo
M se Atene piange Sparta non ride: anche negli altri reparti ci sono problemi evidenti, anche se più facili da risolvere. Partiamo dalla difesa: è composta da giocatori che ne fanno una giusta e due (minimo) sbagliate. Ranocchia, Juan Jesus e Dodò alternano buoni interventi e errori madornali che ti fanno mettere le mani nei capelli. Tremende ieri le ingenuità di JJ, che si è fatto ripetutamente fregare sulla linea di fondo. Ma questo reparto ha, indubbiamente, l'alibi del cambio di modulo, che in realtà sembra essere stato assorbito bene, almeno dalla difesa.


L'attacco è invece il reparto dove c'è meno da fare, anche perché con tre giocatori più Bonazzoli non è che puoi inventarti molto. La prestazione di Osvaldo ha fatto capire che possiamo contare su tre punte di valore, con caratteristiche diverse. Se Palacio recurerà quella brillantezza che quest'anno non ha mai avuto, torneremo a vedere qualcosa di buono anche davanti. Mi ha fatto piacere, infine, che quando sono entrati Kovacic e Icardi, anche se il loro contributo è stato quasi nullo, abbiano almeno giocato nei loro ruoli.
Infatti, sono d'accordo con Mancini quando dice che un giocatore come Kovacic deve giocare vicino alla porta, ma un centrocampo così povero tecnicamente non può prescindere da Mateo, visto che Hernanes non sarà mai in forma, da quello che abbiamo capito. Se metti tutti i giocatori con più qualità in attacco, devi avere in mezzo qualcuno in grado di servirli, e quel qualcuno non c'è.
Ora c'è una settimana intera per preparare la gara contro l'Udinese. Inutile dire che serve assolutamente vincere. In questi giorni mi sforzerò di non guardare mai la classifica.  

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